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Lutto per il calcio italiano: è morto Pietro Anastasi

Il mondo del calcio italiano, ancora una volta, colpito dal lutto per la perdita di un ex campione. Nella serata di ieri, all’età di 71 anni, è scomparso Pietro Anastasi, attaccante di origini catanesi, che ha vestito le maglie di Juventus, Inter e Nazionale Italiana. Con quest’ultima fu protagonista della vittoria all’Europeo del 1968, segnando anche una rete nella ripetizione della finale disputata contro la Jugoslavia.

“PIETRUZZU” UCCISO DALLA SLA

Purtroppo, il decesso di Pietro Anastasi è l’ennesimo caso di ex calciatore colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica, conosciuto ai più con l’acronimo SLA. L’ex punta soffriva per la malattia già da diversi anni. Ritiratosi dal calcio, non proseguì con la carriera da allenatore. Nonostante il conseguimento del patentino, infatti, preferì uscire dal mondo del calcio per dedicarsi alla propria famiglia. Negli ultimi anni, prima della malattia, aveva intrapreso la carriera di opinionista televisivo.

UNA CARRIERA AD ALTO LIVELLO

La carriera di Anastasi (classe 1948) iniziò nella formazione etnea della Massiminiana ma, ben presto, entrò a far parte del calcio che conta, facendo parte del Varese ed esordendo in serie B a soli 18 anni. Dopo un biennio passato in Lombardia, fu acquistato dalla Juventus, con cui disputò circa 200 partite e mettendo a segno 78 reti. Vinse tre scudetti prima di passare all’Inter, nello scambio con Boninsegna. Con i nerazzurri, in due stagioni, vincerà una coppa Italia per poi concludere la sua carriera prima ad Ascoli e poi in Svizzera, nella formazione del Lugano, nei primi anni ’80. Con la Nazionale dell’Italia disputò 25 partite mettendo a segno 8 reti, tra cui quella nella già citata finale di Roma contro la Jugoslavia, che fissò il risultato sul 2-0 e permise di conquistare l’Europeo del 1968.

IL RICORDO NEL MONDO DEL CALCIO

Anastasi fu ben voluto dal mondo del calcio, per la propria genuinità. Queste le parole del suo ex compagno di squadra, Dino Zoff, riportate quest’oggi nell’edizione de La Gazzetta dello Sport: “Ho un ricordo molto presente di Pietro. Abbiamo giocato tanti anni assieme vincendo anche l’Europeo del 1968. Era amato e apprezzato da tutti i tifosi“. Ai microfoni dell’emittente radiofonica Radio Sportiva è intervenuto anche il suo ex compagno di squadra Luciano Spinosi: “Pietro aiutava tutti, si dava da fare. Era un grande giocatore, un grande amico e un grande uomo. Segnava sempre, dovevamo soltanto dargli il pallone. A noi più giovani durante la settimana ci invitava sempre a casa“.

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Fabrizio Passarello

Laureato in lingue, appassionato di calcio, musica, scrittura e giornalismo. È in possesso della licenza da osservatore calcistico conseguita presso l’associazione ROI Italia nell'ottobre 2016. Da sempre è attratto dagli aspetti storici del calcio.

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