Sforzini “il testone”, le lacrime, Pergolizzi, la serie A: “Ecco quando”

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Pone idealmente la bandierina sulla vetta della montagna, quella a forma di Serie A, e si dà anche una scadenza. “Potrebbe accadere fra due anni e mezzo”, dice sorridente Ferdinando Sforzini, che nel percorso intrapreso al Palermo ha già fatto intravedere le proprie enormi potenzialità. Capacità che, a sentire il “Tagliagole”, durante la carriera avrebbero, probabilmente, meritato maggiore riconoscenza.

TESTONE PENTITO

“Forse negli anni avrei dovuto essere più maturo – ha ammesso Sforzini al Corriere dello sport -, e accettare qualche consiglio in più. Invece, essendo testone, ho pagato dazio. Ciascuno ha quello che si merita ma esiste sempre una nuova opportunità”. Fra gli esempi più freschi, l’esperienza all’Avellino. “Con gli irpini pensavo di meritare riconoscenza, e con la vecchia dirigenza sarei rimasto. Si è chiusa una porta e si è aperto un portone, un capitolo, spero, stupendo”.

LA STORIA SIAMO NOI

Sforzini riprende in mano l’album dei ricordi e sfoglia una delle pagine, una delle prime, più belle in assoluto. “Il primo gol è stato con la maglia del Sassuolo contro il Pizzighettone: stop di petto e pallonetto. Il gol più bello devo ancora farlo. Gli infortuni mi hanno impedito traguardi migliori. Nel 2016, dopo la frattura alla tibia, sono uscito dal giro. L’età c’è, però mi sento bene e Palermo può farmi tornare in pista per scrivere un pezzo di storia rosanero”.

Parole d’oro per il tecnico del Palermo, che a detta di diversi elementi della rosa, è riuscito anche a “sorprendere” positivamente, sotto diversi aspetti. “Sinceramente non conoscevo Pergolizzi – ha proseguito l’attaccante – ed è entrato in punta di piedi ottenendo risultati. Il mister è una persona vera: ti migliora sul piano caratteriale ed è un grande lavoratore. Ha inciso almeno al 60 per cento sul nostro rendimento”.

Sforzini

LACRIME E BARBERA

Settimane fa, dopo il primo gol con la maglia rosanero, durante le interviste post-partita è stato il cuore di Sforzini a prendere il sopravvento. E le lacrime con dedica al figlio hanno colpito un po’ tutti. “Ho pianto due volte. Per mio figlio Marcello quando gli ho dedicato il primo gol al Palermo e per una foto – prosegue – che mi ricordava il grave incidente. Sono separato, lui vive con la madre. Mi piacerebbe stargli vicino ma con il calcio è difficile. Domani sarà al Barbera”.

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